martedì 28 aprile 2009

Chiusura Temporanea della Torre


La Torre della Specola rimarrà chiusa dal giorno 28 aprile al giorno 12 maggio prossimo venturo. Il Miles Armatus raggiungerà le zone colpite dal recente sisma, nella speranza di poter dare almeno un minimo e misero contributo utile. Rimanendo al contempo ben conscio di essere egli stesso strumento assolutamente inutile.

giovedì 23 aprile 2009

TIBET, BALUARDO DELLA TRADIZIONE ACCERCHIATO


Perché nelle strade, nelle locande, nelle missive, non si riportano più notizie di questa Terra d’Oriente…?
Il Tibet è da millenni la culla di una civiltà pacifica, dedita alla Ricerca del Mistero. Erede d’Agarta, di Shamballah, e cosmico Baluardo della Luce e della Tradizione. Anche in quelle terre lontane e alte sono in attesa di Qualcuno. La popolazione tibetana è ora assediata dalla fazione dell’ombra, dalle truppe del dragone rosso, che cercano di sradicare le antichissime tradizioni e l’identità millenaria, per introdurre con la violenza un arido sistema alienante, privo di qualsiasi umanità, ed essenzialmente strumentale alle plutocrazie che tentano di governare il mondo. Non è la prima volta: già in tempi non lontanissimi, tra le altre cose, furono distrutti ben 6500 templi. Oggi si vieta persino di avere un altare privato nelle case, e non mancano violenze fisiche d’ogni genere. Finora la situazione di assedio non è cessata, ma quanto resisteranno ancora i Monaci Arancioni nei loro monasteri-fortezza? Quanti pawo (guerrieri, letteralmente il termine significa, molto eloquentemente, “uomo coraggioso, privo di paura”) rimarranno vivi e liberi? Quando qualche Nazione prenderà una posizione chiara e decisa in merito alla questione? Ah, già.. ma qui non v’è oro nero, né giallo, né di altro colore. La Saggezza, più preziosa di qualsiasi perla o gemma, non è ricchezza che interessa i governanti d’oggi… Purtroppo.

martedì 21 aprile 2009

2762 AB URBE CONDITA


Roma fu fondata il 21 aprile del 753 a.C. . Una profezia dice che l’Urbe starà, finché starà il Colosseo. Caduto il Colosseo, anche Roma cadrà. Ma quando cadrà Roma, sarà caduto il mondo.
Un Cavaliere d'Occidente non è dimentico delle sue Romane Origini. Non è dimentico del passato glorioso del suo popolo. Egli guarda ai resti dell'Antichissima Civiltà Romana, al Giano Bifronte, agli Antichi Templi, con ammirazione e devozione. Sa che vi furono tempi in cui la Tradizione era rispettata. Sa che Roma è "Tre Volte" Città, ed è Caput Mundi. Ricorda il Fuoco delle Vestali. E guarda al Colosseo; non solo con ammirazione, ma anche con attenzione...

lunedì 20 aprile 2009

CAVALIERI PER DIRITTO DI NASCITA E DI SANGUE


Cavalieri si nasce, non si diventa. Senza dubbio.
Ma bisogna scavare, cercare nel passato, riscoprire le tradizioni più antiche, ancora incorrotte, per trovare la verità sull’argomento, per comprendere cosa davvero significasse “nascere Guerriero”. È necessario guardare alle epoche in cui si poteva trovare ancora qualche aspetto della più pura Tradizione. Il Cavaliere, il Guerriero, diventava tale ed era accolto nella Casta che gli era propria, perché così era deciso dal Cielo, dalle Stelle. Nell’Antichità, la Casta Sacerdotale, per mezzo delle Scienze Sacre, era capace di leggere ciò che dicevano segni e astri a riguardo. Se in Alto era stabilito che il neonato dovesse essere un Guerriero, lo sarebbe stato anche in basso, nella società. Anche in Oriente infatti, anticamente, le caste non erano fisse e “fossilizzate” come sono oggi, basate ormai sull’ereditarietà.
Questo finché le società, divenute incapaci di attingere alle Scienze Sacre, incapaci di discernere segni e leggere nel Cielo, si sono affidate ai natali fisici, alla sola posizione sociale rivestita dai genitori carnali, quale unica discriminante. In effetti, in Occidente, solo nel 1186 un Editto del Barbarossa vieta di armare cavalieri i figli dei contadini e dei chierici; e pensare che nell’intendimento dell’Imperatore v’era proprio il fine di difendere le caste tradizionali. Ma purtroppo mancava ormai una corretta concezione d’esse, ancorché l’editto non escludesse a priori la possibilità d’investire nuovi cavalieri, di non nobili natali.
Leighton immagina nel suo dipinto una Donna che investe un Nuovo Cavaliere, e giustamente: solo alla Sapienza spetta decidere chi debba esser Cavaliere, non ad altri.
Oggi, con l’Annunzio del Verbo, in attesa del Ritorno del Re dei Re, nella pressoché totale mancanza di società tradizionali, nell’incapacità di guardare ai Segni della nascita per determinare chi debba essere Cavaliere, è necessario guardare ad un’Altra Nascita. Chi muore a sé stesso e rinasce, chi segue la Via del Fuoco, può divenire Vero Soldato. Senz’altro nacque Guerriero anche nella carne, e si riconoscerà dalle opere. Il Vero Cavaliere è marchiato dal Fuoco.
Il Vero Cavaliere è dunque tale anche per diritto di Sangue… Certo. Ma non il proprio.

lunedì 13 aprile 2009

TERTIA DIE RESURREXIT


“Nel giorno dopo il sabato, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di buon mattino, quand'era ancora buio, e vide che la pietra era stata ribaltata dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall'altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l'hanno posto!». Uscì allora Simon Pietro insieme all'altro discepolo, e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l'altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Chinatosi, vide le bende per terra, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro che lo seguiva ed entrò nel sepolcro e vide le bende per terra, e il sudario, che gli era stato posto sul capo, non per terra con le bende, ma piegato in un luogo a parte. Allora entrò anche l'altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Non avevano infatti ancora compreso la Scrittura, che egli cioè doveva risuscitare dai morti. I discepoli intanto se ne tornarono di nuovo a casa. Maria invece stava all'esterno vicino al sepolcro e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l'uno dalla parte del capo e l'altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove lo hanno posto». Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù che stava lì in piedi; ma non sapeva che era Gesù. Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Essa, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l'hai portato via tu, dimmi dove lo hai posto e io andrò a prenderlo». Gesù le disse: «Maria!». Essa allora, voltatasi verso di lui, gli disse in ebraico: «Rabbunì!», che significa: Maestro! Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va' dai miei fratelli e di' loro: Io salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro». Maria di Màgdala andò subito ad annunziare ai discepoli: «Ho visto il Signore» e anche ciò che le aveva detto.”

Dopo il Silenzio giunge la Luce. Questo Venerdì abbiamo osservato il Silenzio per due motivi.
Qualcuno penserà che l’immagine scelta per Questo Giorno sia poco consona, essendo per lo più considerata in relazione ai patimenti di Nostro Signore. Ma la Sindone ha invece la capacità di condensare in un’unica immagine, i segni tangibili tanto della Passione quanto della Resurrezione, e le due cose non possono in alcun modo, in verità, essere separate. Non vi può essere alcuna Resurrezione senza Passione. Non si esce dal Sepolcro se non si è passati dalla Croce, se non si è valicato il Luogo del Cranio, il Golgota. La Rinascita nello Spirito è inscindibile dalla Distruzione del Corpo, ancorché questa possa essere più o meno progressiva. Né, per altro verso, il Guerriero giunge alla Vittoria senza essersi trovato nel mezzo della Guerra, o può riposare nel Giardino senza aver attraversato la fitta e oscura boscaglia.
Il Cavaliere che abbia l’onore e la buona sorte di potersi inginocchiare innanzi al Sacro Lino, sente mancare il fiato, prova un senso di sacra vertigine. Per il Cavaliere, il Telo Santo, è una delle Reliquie più cariche di Significato. Egli è altresì consapevole che sono stati altri Fratelli Cavalieri a trovarLa, per Grazia ricevuta, e portarLa in Europa, e ancor più comprende il ruolo della Cavalleria, affidato dall’Alto, straordinariamente, a miseri uomini peccatori come lui, inutili strumenti. Che pure, se così Si Vuole in Alto, possono compiere grandi imprese. Quindi indegnamente ringrazia il Cielo.
Sul Telo Santo si possono vedere le impronte dei terribili patimenti sopportati, ma contemporaneamente, qui sta l’eccezionalità, e innanzitutto, si vede l’Immagine del Corpo di Cristo, un’Immagine che può essere stata lasciata solo dal Corpo di Resurrezione. Ma come è stata impressa? Invero la fisica e chimica qui poco importano; interessa Intuire ciò che accadde, senza bisogno di tante spiegazione pratiche. Un’esplosione di Luce, di Pura Energia, che imprime per i secoli a venire, un’immagine sul Tessuto. La Liberazione di un Qualcosa, che se pure si trovava potenzialmente nel corpo materiale, finché era legato ad esso non poteva irradiarsi in tutto il Suo Splendore. Una Energia (ma si badi bene che non di energia materiale e terrena si tratta) che ha trasformato il corpo stesso fino a farlo Essere di Nuova natura. Il Telo si sarebbe infatti adagiato sulla pietra come se ciò che conteneva fosse scomparso improvvisamente, almeno nella “forma” in cui si trovava. Questo dicono taluni. E chi scrive fermamente crede. Altri dicono l’opposto: la Sindone sarebbe il più grande falso mai realizzato nella storia. E dunque molti cercano la prova definitiva. Con ogni probabilità, non ci sarà mai prova definitiva: la Resurrezione, cardine della Lieta Novella, Certezza d’ogni credente, non può più imporsi con prove. Le prove ci furono Una Volta per Sempre, in maniera Paradigmatica. Il Verbo Divino non obbliga nessuno a crederGli, perché ha tanto più rispetto per l’uomo, e per il suo libero arbitrio, di quanto l’uomo ne abbia mai dimostrato nei confronti dell’Onnipotente. Né, del resto, vi potrà mai essere prova convincente per lo “scettico a priori”, il quale, abituato a vedere il male, l’inganno, a sperimentare il buio del dubbio, a vagare nelle tenebre, di fronte alla Luce è capace di chiudere gli occhi, o di voltarsi dall’altra parte… "Caeli enarrant Gloriam Dei", eppure pochi se ne accorgono.
Il Cavaliere, di fronte alla Sindone del Signore dei Signori, suo Re, Sacra Immagine di Morte e Resurrezione, non cerca prove, ma continua a pregare, ringraziare, e combattere anche per Essa.

lunedì 6 aprile 2009

LA TERRA GEME


Ancora una volta, purtroppo, la terra trema nel nostro Paese, in Abruzzo. La terra geme ed è in travaglio. Il Pontefice, e così facciamo noi tutti, prega per le popolazioni colpite dal tragico evento, in particolare per i bambini. Rivolge parole di incoraggiamento ai superstiti e a quanti si prodigano nei soccorsi. Qualcuno dovrà recitare un mea culpa. Sì, e che sia molto sentito e contrito. Ognun faccia ciò che può, giacchè il Cavaliere non deve mai dimenticare le parole del Siracide: "Non fare aspettare gli occhi che dicono bisogno... Non respingere l'afflitto che ti supplica... Non sviare l'occhio dal bisognoso...".
E auspico, mi si permetta, che l'Autorità della terrena giustizia non abbia esitazioni innanzi agli sciacalli.

domenica 5 aprile 2009

DOMENICA DELLE PALME


Il giorno seguente, una gran moltitudine, ch'era venuta alla festa, udito che Gesù veniva in Gerusalemme, prese de' rami di palme, ed uscì incontro a lui, e gridava: Osanna! benedetto sia il Re d'Israele, che viene nel nome del Signore. E Gesù, trovato un asinello, vi montò su, secondo ch'egli è scritto: non temere, o figliuola di Sion; ecco, il tuo Re viene, montato sopra un puledro d'asina. Or i suoi discepoli non intesero da prima queste cose; ma, quando Gesù fu glorificato, allora si ricordarono che queste cose erano scritte di lui, e ch'essi gli avean fatte queste cose”.

Anche la Profezia di Zaccaria era compiuta. Il Re di Gerusalemme, il Re dei Re, entrava nella Santa Città, a dorso d’asino. Secondo antichissima simbologia, Egli cavalca e sottomette le forze del male, è il Verbo che doma e soggioga le debolezze e gli istinti insensati dell’uomo. E' pur evidente come non sia la cavalcatura a fare il Sovrano; così come non è il cavallo a fare il Cavaliere.

venerdì 3 aprile 2009

MOLTI NEMICI, MOLTO ONORE

Dice il Monaco Evagrio: “Se coltivi la preghiera, preparati agli assalti dei demoni e sopporta fortemente i loro colpi di frusta. Essi, infatti, come belve feroci si scaglieranno contro di te e ridurranno male tutto il tuo corpo” . È impossibile sottrarsi al Combattimento. Chiunque ad un certo punto decida di schierarsi, sarà preso di mira dal nemico. Strano? Certo che no.. Se qualcuno imbraccia l’armi e veste un’armatura, innalza un Sacro Vessillo, senz’altro sarà considerato “nemico” dal nemico. Inevitabilmente. Se poi un tal Cavaliere combatte strenuamente ogni giorno, né teme le armi avversarie, né teme la morte -perché già morto in Verità- , e non sopporta alcuna menzogna o ingiustizia, allora sarà ancor più inviso alla fazione avversa, e più risorse saranno spese da questa contro di lui. Più un tal soldato sarà ritenuto pericoloso, più sarà osteggiato. E sia dunque! Siano pure le ombre più nere, se questo avviene perché la Luce è più intensa.. Molti nemici, molto onore! Spada alla mano…!!