sabato 25 luglio 2009

GIACOMO IL MAGGIORE


Nella Liturgia si ricorda oggi. Ma il buon Soldato si appella a lui quotidianamente, e necessariamente. Giacomo: figlio del tuono, matamoros, protettore dei Pellegrini e dei Cavalieri. Come può non ricordarsi di lui ogni giorno un Cavaliere Errante? Non è forse il Cavaliere della schiatta dei Guerrieri e dei Pellegrini al contempo? Non combatte forse costui sulla Via del Cammino?
Giacomo protegge coloro che seguono il Cammino. Un Cammino di andata verso la Meta Finale, che è anche un ritorno al Principio. Un Cammino che si trova sempre sotto i nostri piedi, e che si percorre affrontando spesso anche aspri combattimenti, ardue salite, passando per aridi deserti o intricate foreste. Ma è un Cammino che conduce fino al Campo della Stella, alla Fine della Terra, Finistere, ovvero all’Inizio del Cielo. Un Cammino da percorrere con calma e raccoglimento, nel senso inverso a quello in cui vanno, con ansie e frenesie, tutti gli altri. Per non perdere la Via, è necessario Guardare costantemente al Cielo, alle Stelle, riconoscere i Segni, e non farsi distrarre dai venditori di cianfrusaglie e ammenicoli vari che si incontrano regolarmente; occorre difendersi dai briganti che cercano di rubare l’anima, dalle streghe e dagli stregoni che tentano di plagiare, dalle donne di malaffare che vorrebbero irretire, dai bugiardi che indicano direzioni errate.
È motivo di grande gioia quando si incontrano altri Viandanti ed Amici, quando lo Spirito parla nel vento e dagli alberi, quando si scorgono oasi rigogliose o viene concesso ristoro in un romitaggio. Il Cavaliere non può non seguire questo Cammino. Senza un Sentiero e senza una Meta, parafrasando Seneca, il suo errare non sarebbe che un inutile vagabondaggio. Il Cavaliere segue la Via del Divenire per Essere, ed Essendo segue la Via. Il suo è un Cammino di Santificazione.
Che Giacomo ci aiuti a non smarrire mai il Giusto Sentiero, e a non mai temere il nemico! Ultreya!

venerdì 3 luglio 2009

MORTI VIVENTI


..o zombie, che dir si voglia.. Truppe dell’ombra che non son degne nemmeno d’essere passate a fil di spada. Questo cavaliere ne vede quotidianamente in quantità. Oh, certo: qualcuno crederà che io sia pazzo. E in parte, si deve ammettere, ciò corrisponde al vero.
Ma guardiamo bene, osserviamo bene, senza dare nulla per scontato. Lasciamo che in questa assolata giornata il nostro cavallo si goda un poco di frescura all’ombra d’un albero, e anche noi, per qualche tempo, sediamoci ad osservare attentamente chi passa per la mulattiera.
Molti di loro seguitano a camminare, ma non per loro volontà, non perché loro stessi lo vogliano, o desiderino farlo. Molti, forse troppi, sono mossi da altre volontà, da desideri che non sono i loro; non sono padroni di loro stessi, ma hanno altri per padrone. Camminano perché altri l’hanno ordinato loro, si dirigono in un dato luogo perché così è nell’interesse altrui. Mangiano, bevono, si vestono, e parlano secondo schemi stabiliti da altri, e inculcati nelle loro menti attraverso subdoli sortilegi e incantesimi subliminali. Generalmente sono egualmente vestiti, e hanno le medesime abitudini. Nessuno di loro, mai e poi mai, sarebbe capace di rivoltarsi contro il suo padrone, sebbene forse, nel profondo, una minuscola fiammella di vitalità, di speranza di libertà, continui ad ardere ancora, almeno finché non sarà soffocata del tutto. I loro occhi appaiono spenti e opachi. Talvolta sono portatori di contagio. Sono simili, se non identici, tra di loro; eppure capita che gli uni si nutrano degli altri, cercando di annientarsi tra di loro per farsi spazio, per essere un poco più importanti in questa strana e orrida combriccola, per rendersi più graditi al padrone che li comanda in quel momento.
Ora li distinguiamo? Riusciamo a vederli..?
Ebbene: sembrano vivi, ma sono morti.