Viene un momento in cui il Cavalier trovasi innanzi un baratro
nerissimo, un dirupo altissimo, profondissimo et oscuro.
Se si fa prender dallo sconforto e dalla paura, egli rimarrà lì,
sul bordo della roccia, forse per sempre. Altri cavalieri hanno
invece provato ad attraversarlo, ma confidando solo in sé stessi,
son precipitati, e di lor non s'è più saputo nulla, son caduti
nell'oblio.
Ma se il Cavaliere non guarderà sotto né altrove, e continuerà
ad aver lo sguardo fisso al Sacro Calice, che è pur sua Meta, allora
da Questo istesso verrà la Fede che vincerà ogne sconforto et ogne
paura, e il Cavaliero passerà quel baratro come fosse cosa da nulla
e semplicissima.
Talvolta trovasi sul baratro uno cavalcone, un ponte traballante,
ma ciò non fa differenza alcuna: non è nel ponte che bisogna
sperare.
È questa una prova di Fede, che si può presentar al Milite una o
più volte sul Cammino. E può trovarsi un precipizio più o meno
profondo, più o meno nero, più o meno largo. Non importa. Non
importano né le sue dimensioni né la sua oscurità. Importa la Fede
del Cavaliere.
Così come successe a Pietro Apostolo. Egli, chiamato dal Sommo
Maestro che gli disse “Vieni!”, scese dalla barca, guardando il
Cristo, e cominciò a camminare sulle acque come Lui. Ma a un certo
punto, invece di continuare a guardare il suo Signore, iniziò a
guardare al vento, ai flutti, al buio delle acque sotto i suoi piedi,
e iniziò a sprofondare... Gesù allora tese la mano, lo tirò su, e
gli disse “uomo di poca fede, perché hai dubitato?”.
Il Santo Graal è lì, appena oltre il baratro. Gesù ha sempre la
mano tesa verso il Cavaliere.
La nostra Fede non chiede altro che sempre guardare al Sommo
Maestro, e continuare a camminare verso di Lui. È ben poca cosa
invero, ma permette di camminare sulle acque, superare ogne bufera,
passar oltro enormi baratri, e giungere al Santo Calice. Non abbiate
paura, ma Fede. Lasciamoci condurre da Lui, e da Lui solo. E non mai
distogliamoci dalla Cerca, ma procediamo in Essa con gran balzi di
Fede!
Non guardiamo mai altrove, o Cavalieri !