Non v'è Cavaliere che non abbia dovuto attraversare almeno una
volta le Paludi della Tristezza nel suo errare. Una vecchia storia,
non si sa quanto veritiera, narra che vi capitarono persino
gl'Apostoli, e che a un albero d'esse sarebbe ancor appeso impiccato
quel che resta dello scheletro di Giuda il traditore. S'avventurarono
colà alcuni de' Cavalieri d'Artù, poi Cristiano e Grancuore, e il
giovane Guerriero Atreyu vi perse addirittura il suo bel destriero
Artax.
S'aggirano per le paludi fantasmi che recano ricordi di sconfitte,
e mostri di varie specie con grandi unghie che ghermiscono l'animo,
et altri simili a ragni giganteschi che intrappolano le lor vittime
in una tela, per non più farli fuggire. In esse si può perdere
qualsiasi cosa del Bagaglio o della Vestizione o dell'Armi, e
fortissimo è il senso d'abbandono, di scoramento, di fatica
nell'incedere.
Non pochi v'hanno trovato la morte, non si può nascondere, e
molti son quelli c'hanno perso nel fango una parte de' lor Ideali.
Nel bel mezzo degli acquitrini melmosi cresce il Fiore delle False
Speranze che, meraviglioso a vedersi di lontano, è l'unica fonte di
colori in queste tetre lande grigie, et emette una flebile
fluorescenza. Ma appena il viandante s'avvicina ad esso e tenta di
coglierlo, il fiore, in un momento, appassisce e si frantuma. I suoi
resti marci vanno ad accrescere il pantano delle paludi et altri
fuochi fatui. Tanto più terribile questa cattiva pianta, giacché il
viandante per raggiungerla potrebbe perder la Strada Maestra che lo
porterebbe fuori dalle Paludi.
Il Cavaliere non deve scoraggiarsi, ma tener ben stretto il
borsello degli Ideali, e appoggiarsi di continuo alla sua Spada, come
a un bastone, per non sprofondare. Quand'anche le nebbie sembrino
sopraffarlo, attutiscano la voce, e par che nessuno possa udirlo, il
Cavalier che voglia salvarsi et uscire dalle melme maleodoranti,
continua a sgranare e recitare il suo Rosario, ostinatamente. Se
anche la Fede vacillasse, egli continua almeno per Marzial
Disciplina. Si ricorda invero che s'é in vita, vuol dir che l'Altissimo ha
ancor progetti su di lui.
Così facendo, prima di quel che credesse, il buon Cavaliere
inizia a riscorgere la Luce in mezzo agli alberi rinsecchiti e marci,
La segue, e prestamente esce dai pantani per raggiunge la terra ferma
e assolata.
Guardandosi indietro scopre che l'Angelo suo Guardiano non l'aveva
mai abbandonato.
Al Sole, il fango ormai secco sotto gli stivali può
essere scrollato via, e il Cavalier può rimontar in sella, al
galoppo, tra' fiori di Primavera...
Il buio non dura mai più di Tre Giorni. Così dicono i Testimoni
e le Profezie.
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