Ah! Volesse Iddio ch'ogni
governante stolto avesse invece sempre presente l'essempio del Re
Santo Ludovico! Se almen un briciolo della sua regal saggezza fuisse
nell'animo di costoro che oggi son a capo delle Nazioni, saremmo in
gran prosperità.
Elli che prima d'ogni cosa fu
divotissimo all'Onnipotente, a Suo Figlio il Re de' Cieli, e alla
Santissima Signora, giacché era ben conscio che non v'è potere
alcuno, né Regalità, che non discenda da Dio, così come il Signore
ricordò financo a Pilato. Ben conscio era Luigi che non vi può
essere Corona alcuna rilucente d'oro e di gemme sul capo d'un
regnante, se quello stesso capo non è rilucente della Luce dello
Spirito e della Sapienza che vengono dall'Alto. Mente Illuminata deve
aver lo Sovrano, per esser veramente tale, giacché così come
l'anima illuminata porta Luce al corpo, equalmente il Re illuminato
dona Luce allo Regno suo.
Elli fu così consapevole
dell'altezza dello suo compito, quest'Altezza Reale, e considerando
che chi si sarà umiliato sarà innalzato, che si fece financo
Terziario Francescano, lavò li piedi delli poveri ogne settimana e
li servì alla sua tavola, e partecipò alla costruzione d'un
Monastero portando carriole de pietrame.
Abbassò se stesso, ma mai abbassò
sua Dignità Regale. Mai dismise sue vesti e paramenti, mai donò ad
altri o gettò via li simboli, d'oro e d'argento, di suo Uffizio.
Strenuamente e fieramente andava allo assalto pel primo nelle
Crociate, dopo che tutta l'armata si fosse confessata, e difese
Corona sua dalle pretese del fratello, e sempre tenne in conto
l'onore e la deferenza ch'eran dovute non già a lui uomo, ma allo
Seggio del Trono. Primo Cavaliere del Regno, fu così devoto alli
Principi di Cavalleria, che fatto prigioniero dal Califfo, fu poi
liberato dietro riscatto, anziché acciso, per rispetto verso suo
onore e coraggio e dignità di Guerriero.
Come uomo s'umiliò da sé stesso,
come Re fu innalzato dall'Altissimo.
Avea così a cuore li sudditi
suoi, havendo sempre presente l'esempio del Re dei Re e Signore dei
Signori, che ogne volta che visitava una cittade, avea innanzi stuolo
di scrivani e presbiteri, che raccoglievan per iscritto tutte
richieste e suppliche d'ognuno, per poi render a tutti giustizia. E
mantenne in Cancelleria liste de tutti li poveri, dell'artigiani
sanza lavoro, de vedove et orfani sanz'aiuto, de figlie sanza dote,
di modo da poter redistribuir a loro li risparmi dello Regno,
acquisiti non già con tasse e balzelli, ma con accorta politica
economica e intelligenzia commerciale.
Tutto questo lassò in eredità al
figlio suo. Tutto questo lassa in eredità ad ogne governante.
Ma del resto, accettar un tal
essempio e una tal eredità, significa anzitutto accettar Christo
Gesù come Signore e Salvatore, e aspirar al Regno de' Cieli,
piuttosto che a seggi e cattedre per propri interessi e propri
forzieri... chi dunque ne sarebbe capace oggidì..?
Ma se non abbiam Re illuminati a
governarci, almeno, o Cavalieri, ci benedica oggi Luigi, Santo Re
Crociato, giusto e fiero, nelle nostre Battaglie, e seguendo lo
consiglio del Loyola, guardiamo a Re Ludovico, Re terreno, per aver
una minima, minuscola, millesimale, idea della Bontà e della
Giustizia del nostro Re Eterno.
Per render al Re dei Re Gloria e
Onore e Lode, e pregar che torni presto. Che sempre in nostro cuore e
nostre membra regni et imperi Christo Gesù! Giacché Elli, come
Luigi e ben più di Luigi, renderà ad ognuno Giustizia, e a tutti i
Suoi redistribuirà li Frutti del Suo Regno.
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