Giunsero un dì i Missionari nell'Isole
di Cipango, che oggi chiamano Giappone. Molto e molto duramente
fueron perseguitati coloro che si convertirono: crocifissi,
infilzati, arsi o sepolti vivi, e in mill'altri modi toturati e poi
uccisi. I pochi superstiti si rifugiaron in catacombe, ascosero le
Icone del Signore e della Vergine, impararono a memoria gran parti
della Scrittura e occultarono pur Quella.
Molti Samurai abbracciarono la Fede
nella Verità ma, militando ora pel Signore dei Signori, fueron
ripudiati dal lor signore terreno, che colà chiamavasi Damiò e
Sciogun. Divennero così, senza un padrone da servire, Samurai
Erranti, ed eran perciò detti Ronin. Ma ben servirono il Re dei Re,
difendendo i contadini da' briganti e dagli eccessi de' governanti
locali.
Costoro si radunarono poi in
Scimambara, a circa un giorno di cammino da Nagasachi. Correva l'Anno
del Signore 1637, e molti ch'eran in quel loco radunati, per adorar
l'Altissimo in un'Icona Miracolosa, furon accisi dalle guardie del
signore del posto. Fu allor, per la prima volta in Cipango, innalzato il
Vessillo Rossocrociato, e dugento Ronin e ancor molti più contadini
e servi e braccianti, presero l'armi ed elessero lor duce Amacusa
Scirò, figlio di Masuda Ioscizegu, valentissimo Samurai e
Predicatore. E prese costui per proprio personal stendardo lo Sacro
Calice, sorretto da due Angioli, colla divisa “lodato sia il
Santissimo Sacramento”, di seta bianca. Veramente un Cavaliero del Graal, in abiti d'oriente.
Molti s'unirono al Pio Schieramento,
che null'altro chiedeva se non la libertà di confessar Cristo Gesù
Verbo dell'Onnipotente venuto nella carne; divennero qualche
centinaio di Samurai Erranti, circa quattordicimila armati, e circa
tredicimila popolani, con molte donne e bambini, e si rifugiarono
nella Fortezza di Hara.
Dall'altra parte stava approssimandosi contro di
lor l'esercito di Cipango tutto, composto di oltre centoventiseimila
uomini ben armati e addestrati, e sessanta navi da guerra. Tennero
testa i Nostri all'esercito per tre mesi, causando ad essi
settantamila e più perdite. Ciò che non fece il nimico fece però
la fame, e Hara, stremata, cadde infine. Tutti, senza alcuna pietà,
furon trucidati, e le teste de' Samurai Santi portate a prova per
riscotere danaro.
Ma eccoli ancor Vivi invero.. Son costoro Splendido Esempio di come
ogni particolar Tradizione, senza turbar la propria identità
d'origine e di cultura, possa trovar Giusto e Unico Compimento nel
Verbo Rivelato e Universale; di come ogni Guerrier di qualsiasi
contrada del mondo possa servir il Re dei Re; di come, ovunque un
Guerriero sia capace di reputar la vita terrena un nulla in confronto
colla Vita Eterna, possa la Luce guadagnar Confini Invisibili anche
nella perdita di torri e castella visibili.
Ancor oggi infatti, sopravvive in
Cipango la progenie spirituale di que' Valorosi, e il Vessillo
Crucesignato d'Amacusa Scirò e de' suoi continua a sventolar in Hara
ancor più fiero.
E sotto quel Medesimo Vessillo, que'
Santi Samurai che difesero gl'umili e gl'indifesi, e tennero quel
Baluardo della Verità fino all'estremo sacrificio, son
ora, in armature scintillanti e lucenti, posti a guardia della
Gerusalemme Celeste, e di Là verranno per l'Ultima Battaglia, e'l
Trionfo del Signore dei Signori, l'Unico Condottiero che può
promettere la Vittoria financo nella morte.
Attendiamoli noi sotto l'Istesso Invitto Vessillo della Croce del Risorto, e fortifichiamoci per aver almeno un'ombra del Lor Valore, pronti alla Battaglia Finale, per la Gloria dell'Unico Signore, e Unico Re, d'Oriente, d'Occidente, del Settentrione e del Mezzodì.
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