martedì 25 agosto 2015

LUIGI SANTO RE CROCIATO


Ah! Volesse Iddio ch'ogni governante stolto avesse invece sempre presente l'essempio del Re Santo Ludovico! Se almen un briciolo della sua regal saggezza fuisse nell'animo di costoro che oggi son a capo delle Nazioni, saremmo in gran prosperità.
Elli che prima d'ogni cosa fu divotissimo all'Onnipotente, a Suo Figlio il Re de' Cieli, e alla Santissima Signora, giacché era ben conscio che non v'è potere alcuno, né Regalità, che non discenda da Dio, così come il Signore ricordò financo a Pilato. Ben conscio era Luigi che non vi può essere Corona alcuna rilucente d'oro e di gemme sul capo d'un regnante, se quello stesso capo non è rilucente della Luce dello Spirito e della Sapienza che vengono dall'Alto. Mente Illuminata deve aver lo Sovrano, per esser veramente tale, giacché così come l'anima illuminata porta Luce al corpo, equalmente il Re illuminato dona Luce allo Regno suo.
Elli fu così consapevole dell'altezza dello suo compito, quest'Altezza Reale, e considerando che chi si sarà umiliato sarà innalzato, che si fece financo Terziario Francescano, lavò li piedi delli poveri ogne settimana e li servì alla sua tavola, e partecipò alla costruzione d'un Monastero portando carriole de pietrame.
Abbassò se stesso, ma mai abbassò sua Dignità Regale. Mai dismise sue vesti e paramenti, mai donò ad altri o gettò via li simboli, d'oro e d'argento, di suo Uffizio. Strenuamente e fieramente andava allo assalto pel primo nelle Crociate, dopo che tutta l'armata si fosse confessata, e difese Corona sua dalle pretese del fratello, e sempre tenne in conto l'onore e la deferenza ch'eran dovute non già a lui uomo, ma allo Seggio del Trono. Primo Cavaliere del Regno, fu così devoto alli Principi di Cavalleria, che fatto prigioniero dal Califfo, fu poi liberato dietro riscatto, anziché acciso, per rispetto verso suo onore e coraggio e dignità di Guerriero.
Come uomo s'umiliò da sé stesso, come Re fu innalzato dall'Altissimo.
Avea così a cuore li sudditi suoi, havendo sempre presente l'esempio del Re dei Re e Signore dei Signori, che ogne volta che visitava una cittade, avea innanzi stuolo di scrivani e presbiteri, che raccoglievan per iscritto tutte richieste e suppliche d'ognuno, per poi render a tutti giustizia. E mantenne in Cancelleria liste de tutti li poveri, dell'artigiani sanza lavoro, de vedove et orfani sanz'aiuto, de figlie sanza dote, di modo da poter redistribuir a loro li risparmi dello Regno, acquisiti non già con tasse e balzelli, ma con accorta politica economica e intelligenzia commerciale.
Tutto questo lassò in eredità al figlio suo. Tutto questo lassa in eredità ad ogne governante.
Ma del resto, accettar un tal essempio e una tal eredità, significa anzitutto accettar Christo Gesù come Signore e Salvatore, e aspirar al Regno de' Cieli, piuttosto che a seggi e cattedre per propri interessi e propri forzieri... chi dunque ne sarebbe capace oggidì..?
Ma se non abbiam Re illuminati a governarci, almeno, o Cavalieri, ci benedica oggi Luigi, Santo Re Crociato, giusto e fiero, nelle nostre Battaglie, e seguendo lo consiglio del Loyola, guardiamo a Re Ludovico, Re terreno, per aver una minima, minuscola, millesimale, idea della Bontà e della Giustizia del nostro Re Eterno.
Per render al Re dei Re Gloria e Onore e Lode, e pregar che torni presto. Che sempre in nostro cuore e nostre membra regni et imperi Christo Gesù! Giacché Elli, come Luigi e ben più di Luigi, renderà ad ognuno Giustizia, e a tutti i Suoi redistribuirà li Frutti del Suo Regno.