sabato 19 aprile 2014

LE PALUDI DELLA TRISTEZZA


Non v'è Cavaliere che non abbia dovuto attraversare almeno una volta le Paludi della Tristezza nel suo errare. Una vecchia storia, non si sa quanto veritiera, narra che vi capitarono persino gl'Apostoli, e che a un albero d'esse sarebbe ancor appeso impiccato quel che resta dello scheletro di Giuda il traditore. S'avventurarono colà alcuni de' Cavalieri d'Artù, poi Cristiano e Grancuore, e il giovane Guerriero Atreyu vi perse addirittura il suo bel destriero Artax.
S'aggirano per le paludi fantasmi che recano ricordi di sconfitte, e mostri di varie specie con grandi unghie che ghermiscono l'animo, et altri simili a ragni giganteschi che intrappolano le lor vittime in una tela, per non più farli fuggire. In esse si può perdere qualsiasi cosa del Bagaglio o della Vestizione o dell'Armi, e fortissimo è il senso d'abbandono, di scoramento, di fatica nell'incedere.
Non pochi v'hanno trovato la morte, non si può nascondere, e molti son quelli c'hanno perso nel fango una parte de' lor Ideali.
Nel bel mezzo degli acquitrini melmosi cresce il Fiore delle False Speranze che, meraviglioso a vedersi di lontano, è l'unica fonte di colori in queste tetre lande grigie, et emette una flebile fluorescenza. Ma appena il viandante s'avvicina ad esso e tenta di coglierlo, il fiore, in un momento, appassisce e si frantuma. I suoi resti marci vanno ad accrescere il pantano delle paludi et altri fuochi fatui. Tanto più terribile questa cattiva pianta, giacché il viandante per raggiungerla potrebbe perder la Strada Maestra che lo porterebbe fuori dalle Paludi.
Il Cavaliere non deve scoraggiarsi, ma tener ben stretto il borsello degli Ideali, e appoggiarsi di continuo alla sua Spada, come a un bastone, per non sprofondare. Quand'anche le nebbie sembrino sopraffarlo, attutiscano la voce, e par che nessuno possa udirlo, il Cavalier che voglia salvarsi et uscire dalle melme maleodoranti, continua a sgranare e recitare il suo Rosario, ostinatamente. Se anche la Fede vacillasse, egli continua almeno per Marzial Disciplina. Si ricorda invero che s'é in vita, vuol dir che l'Altissimo ha ancor progetti su di lui.
Così facendo, prima di quel che credesse, il buon Cavaliere inizia a riscorgere la Luce in mezzo agli alberi rinsecchiti e marci, La segue, e prestamente esce dai pantani per raggiunge la terra ferma e assolata.
Guardandosi indietro scopre che l'Angelo suo Guardiano non l'aveva mai abbandonato. 
Al Sole, il fango ormai secco sotto gli stivali può essere scrollato via, e il Cavalier può rimontar in sella, al galoppo, tra' fiori di Primavera...

Il buio non dura mai più di Tre Giorni. Così dicono i Testimoni e le Profezie.

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