giovedì 24 dicembre 2009

SOL INVICTUS, LUX MUNDI

Dalla mezzanotte sarà gran festa nella casa d’ogni Cavaliere. Si ricorda come la Luce vince sulle tenebre, si rinnovella la Nascita del Supremo Condottiero. Già nei Tempi Antichi si conosceva questa Somma Verità Universale, e con gran desiderio si attendeva la prima Parusia, benché solo secoli dopo si vide la Luce scendere nella materia, nel mondo, e diventare addirittura Uomo. Solo secoli dopo, finalmente, fu concessa l’Epifania, e ai Poveri e agli Umili fu dato di conoscere la Vera Luce.
Così Giovanni: “Veniva nel mondo la Luce Vera, Quella che illumina ogni uomo. Egli era nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di Lui, eppure il mondo non Lo riconobbe. Venne fra la Sua gente, ma i Suoi non l'hanno accolto. A quanti però l'hanno accolto, ha dato potere di diventare Figli di Dio: a quelli che credono nel Suo Nome, i quali non da sangue, né da volere di carne, né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi vedemmo la Sua Gloria, Gloria come di Unigenito dal Padre, Pieno di Grazia e di Verità”.
Non ci resta dunque che gioire, rimembrando queste Verità in noi, custodendo in noi la Luce Vittoriosa, facendo a Essa riflesso sulla nostra Spada, e attendere con Fede e Speranza la Seconda Venuta del nostro Re, che “come un lampo viene da Oriente e brilla fino a Occidente”.
Alleluja!

lunedì 21 dicembre 2009

PRESSO L'ANZIANO


Chi mai avrebbe immaginato che l’Anziano avrebbe concesso a questo misero cavaliere, ultimo tra gli ultimi, la grazia di essere ricevuto? Gioia profonda e grande inadeguatezza si sono mischiate all’arrivo della sua missiva. Come mai avrebbe potuto apparire ai suoi Occhi Saggi questo Soldato giovane e sprovveduto? Ho attraversato quasi tutta la Penisola per raggiungerlo, avversato dalla tormenta di neve e dal vento gelido, sperando nel lungo e periglioso viaggio di emendarmi di qualche colpa e di alcune debolezze prima d’arrivare.
Tanto la partenza quanto il viaggio sono stati duramente osteggiati dal nemico, che sempre cerca di contrastare la comunione dei Soldati. Ma gli Angeli mi hanno guidato e custodito, e finalmente, quasi al tramonto, sono giunto.
Sono rimasti al mondo pochissimi Senechaux, pochissimi che Sappiano e Conoscano profondamente la Verità, che abbiano Combattuto aspramente per tutta una vita, tanto da poter essere considerati delle Guide. Pur cercando in tutte le singole Tradizioni Particolari, pochissimi sono coloro che hanno ricevuto la Conoscenza dei Misteri dall’Alto al Basso e da Sinistra a Destra. Pochissimi quelli che Sanno ove riposa eppur non riposa l’Uroboros, che Conoscono la Sapienza in quasi Tutta la Sua Profondità. Sono essi il Manipolo Sceltissimo dell'Esercito della Tradizione, il Drappello a guardia del Vessillo, che il Signore ha mandato come Avanguardia e Custodia dell'Insegna, che è pure Segnale di Direzione. L’Altissimo ha allungato i loro giorni, affinché molti Guerrieri possano ricevere da essi ammaestramento e direzione. Eppure costoro sono spesso dimenticati, e pochi si preoccupano d’avere il Loro Preziosissimo Consiglio.
Il Saggio Guardava Oltre mentre parlava, e il suo parlare sembrava provenire da Molto Lontano. Ciò che un Anziano Guerriero dice deve essere lungamente meditato, e lentamente maturare nell’animo del Cavaliere. Egli, tra le altre cose, conferma che le Profezie si stanno avverando, e che la Seconda Parusia non è troppo lontana. Avverte che il nemico tenta con sempre più audacia di insinuarsi nei Templi e nei Palazzi. Ricorda che le Forze Invisibili dell’Ordine sono molte di più, e molto più Potenti, di quelle del disordine.
E incita a combattere, sempre più strenuamente, senza paura, rinsaldando e stringendo i Ranghi, riducendo la distanza tra gli Scudi.
Avevo ansia e indecisione per quello che avrei dovuto o potuto dire innanzi al Savio. Ma ora ho compreso, e la Verità è sempre Semplice; un precetto che peraltro già avrei dovuto conoscere: innanzi ai Saggi Anziani v’è solo da Ascoltare.

venerdì 4 dicembre 2009

SAN GALGANO, CAVALIERE ASCETA


Galgano, Santo Cavaliere della Milizia Celeste. Poco conosciuto, questo Prode, eppure il primo Santo ufficialmente canonizzato. Non rinunciò alla Cavalleria, come qualcuno vorrebbe far intendere, anzi.. Passò dalla milizia terrestre a ben Più Alta e Più Potente Milizia, Quella dei Cieli. Non abbandonò il suo mantello equestre per vestire l’abito monacale, ma quello stesso mantello, rovesciato, utilizzò come veste. Il Cavaliere che rinunciava alla vita d’armi e si ritirava a vita contemplativa, come era d’uso ai tempi, donava la sua spada al monastero in cui si sarebbe ritirato. In un improvviso impeto emotivo, più facilmente, avrebbe scaraventato la sua arma lontano da sé. Ma Galgano la conficca nella terra, e non in un luogo qualsiasi, ma ove l’Arcangelo gli aveva indicato, il Mons Saeptus. Nemmeno si allontana dalla spada, ma rimane ai piedi di questa Spada-Croce, a pregare. Contemplazione nell'azione, e azione nella contemplazione. Lì, attorno alla Spada, secondo Sue stesse disposizioni, sarà poi costruita la Rotonda. Egli non mutò la sua condizione, non passò dalla Casta Guerriera a quella Sacerdotale, ma rimanendo Guerriero iniziò una Nuova Militanza. Rimanendo Guerriero riconobbe però un Centro, a Esso dedicò la Sua Arma, e intorno all’Axis Mundi ritrovato realizzò la Sua Nuova Vita. Da mille anni la Spada è là, miracolosamente saldata al suolo e alla pietra, Simbolo Universale ed esempio solidissimo; da mille anni i Cavalieri possono accostarvisi a pregare e meditare e, qualora ne fossero degni, idealmente riprenderLa per offrirsi, anche loro, al servizio del Signore degli Eserciti.